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Concerti-aperitivo

Caval 'd brons, Torino (marzo-maggio 2005)

Martedì 29 marzo 2005

 

Valentina Rauseo - violino

Eliana Grasso - pianoforte

 

M. Ravel, Pavane pour une infante défunte

A. Piazzolla, Oblivion

P. de Sarasate, Trascrizione di due Notturni di Chopin

C. Debussy, La ragazza dai capelli di lino

E. Elgar, Saluto d'amore

P. Tchaikovsky, Barcarola

J. Brahms, Danze Ungheresi (selezione)

G. Carmicheal, Polvere di stelle

A. Piazzolla, Adios Nonino

 

 

Martedì 12 aprile 2005

 

Gregorio Tuninetti - flauto

Alessio Viotto - chiatarra

 

A. Piazzolla, Histoire du tango, Bordel 1900

L. Milanese, Variazioni su un tema di R. Towner

W.A. Mozart, Minuetto

A. Piazzolla, Histoire du tango, Cafè 1930

G. Ph. Telemann, Fantasia n. 1

B. Powell, Retrato brasileiro

A. Piazzolla, Histoire du tango, Nightclub 1960

E. Satie, Gymopédie n. 1

J.S. Bach, Aria

C. Debussy, Syrinx

J.S. Bach, Gavotta

A. Piazzolla, Libertango

C.W. Gluck, Orfeo, Danza degli spiriti beati

J. Ibert, Entr'Act

Tutte le antiche civiltà narrano di un tempo primordiale in cui regnava nel cosmo un’età dell’oro, segnata dalla prosperità, dalla felicità e dall’armonia tra l’Uomo e la Natura. Dove si trovava questa terra leggendaria? È mai esistito un continente che abbia ospitato all’alba della Storia umana una civiltà così progredita e avanzata da spingere oggi scienziati e studiosi a formulare le più disparate teorie?


“Al di là di quello stretto di mare chiamato Le Colonne d'Ercole, si trovava allora un'isola più grande della Libia e dell'Asia messe insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte (...).

 


In quell'isola, chiamata Atlantide, vi era un regno che dominava non solo tutta l'isola, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del continente al di là: il suo potere si spingeva, inoltre, al di qua delle Colonne d'Ercole; includendo la Libia, l'Egitto e altre regioni dell'Europa fino alla Tirrenia".


Così viene detto di Atlantide nel celebre dialogo platonico “Crizia”, incentrato sul tema dello stato perfetto delle cose.

 

 
Attraverso le parole di Crizia Platone narrava la storia di una mitica terra, piena di fertili praterie e di alte montagne, ricca di molte specie di animali domestici e selvatici e di numerosi minerali e metalli.

 
Una terra in cui abbondavano le sorgenti di acqua calda e fredda, che alimentavano i bacini del grande porto, nel quale troneggiava imperioso il tempio dedicato al dio Poseidone.


Platone, infatti, faceva risalire le origini di Atlantide al mito primordiale di Poseidone e Clito. Innamoratosi della bellissima fanciulla, il dio del mare trasformò l’isola su cui lei viveva in una serie di cerchi concentrici di acqua e di terra così da realizzare una triplice cinta di difesa.

 


Il filosofo greco continuava nella sua descrizione di Atlantide, facendo emergere l’immagine di un territorio a forma rettangolare, aperto a sud sul mare. La pianura era irrigata artificialmente da un complesso sistema di canali perpendicolari tra loro, che la dividevano in seicento quadrati di terra dedicati a floridi insediamenti agricoli.

 
La città principale, Atlantide, sorgeva sulla costa meridionale ed era circondata da una cerchia di mura di circa settantuno chilometri; la città vera e propria, protetta da altre cerchie d'acqua e di terra, aveva un diametro di circa cinque chilometri. 

Secondo le indicazioni di Platone Atlantide poteva dunque misurare quasi otto volte la Sicilia: pur non essendo un continente vero e proprio, era comunque un'isola di notevole grandezza.


Nel Crizia il discepolo di Socrate affrontava anche l’organizzazione politica di Atlantide: grazie alla ricchezza e al progresso tecnico l’isola ospitava un potente impero diviso in dieci stati confederati, ciascuno retto da un re.

 
Su tutti spiccava uno stato sovrano, che comprendeva la città di Atlantide, suddiviso a sua volta in sessantamila distretti.


Gli Atlantidei, avevano fondato colonie nella terraferma di fronte (l'America forse?), in Egitto, in Libia e in Etruria, ma senza riuscire a sconfiggere l'impero di Atene, fondato nel 9600 a.C. dalla Dea Atena e organizzato secondo gli stessi criteri che Platone aveva esposto nella sua opera La Repubblica.


Dopo molti anni di guerra, un grande terremoto e un'inondazione devastavano Atene, inghiottendo il suo esercito e facendo sprofondare anche Atlantide nelle acque dell'oceano. 

Cosa provocò il disastro che distrusse Atlantide? Quale la causa del tremendo maremoto che sommerse la civiltà? Forse un meteorite, precipitato sul nostro pianeta dodicimila anni fa? Molte domande si affastellano sulle cause della distruzione, ma altrettante sull’ubicazione esatta del continente.

 
Una prospezione oceanografica del 2001 mostra infatti immense e anomale strutture sottomarine nel mare di Cuba con caratteristiche molto diverse dalle conformazioni naturali dell’ambiente circostante.


Parecchi studiosi hanno immediatamente gridato al ritrovamento dei resti del continente sommerso di Atlantide.


Altre indagini archeologiche si sono invece orientate verso l’ipotesi di collocare l’antica Atlantide nel mare Mediterraneo, nel bacino che ospitò a partire dal 2.500 a.C. la civiltà minoica e micenea. Oppure il mitico continente perduto giacerebbe sotto la coltre dei ghiacci dell’Antartide, colpito da una glaciazione improvvisa oltre diecimila anni fa? Alcune mappe, copie di originali molto più antichi, ci mostrano infatti le coste dell’Artatide come sarebbero libere dai ghiacci.

 
Sono pochi i misteri della storia che hanno mantenuto l’attenzione fissa su di sé, alimentando la curiosità e la fantasia.


Atlantide è uno di questi: nel mare sono forse nascosti i segni di ciò che fu una delle più avanzate civiltà sorte sulla Terra prima ancora del nascere della Storia quale noi conosciamo.

 

 

 

 

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